L’avvento di Internet ha avuto un enorme impatto sul modo in cui le persone affrontano le loro relazioni, ampliando in modo esponenziale le possibilità di socializzazione, di informazione ecc. tuttavia, ha portato con se anche effetti negativi, tra cui il cyberbullismo. Al momento, non esiste una definizione unificata di cyberbullismo. Nella comunità scientifica tra le definizioni più usate troviamo quella che descrive il cyberbullismo come l’utilizzo di tecnologie di comunicazione elettronica (computer, telefono, tablet, ecc.) per causare danni o ostilità agli altri. In generale,
la vittima si trova generalmente a dover fare i conti con pesanti vessazioni ed intimidazioni telematiche, attacchi verso i propri profili virtuali e prese in giro sul proprio aspetto fisico e/o caratteriale. Coloro che lo attuano sono solitamente convinti del fatto di agire in una dimensione più libera che garantisce loro protezione ed anonimato. Il cyberbullismo si manifesta in comportamenti diversi, come per esempio mandare messaggi online violenti e volgari mirati a suscitare battaglie verbali in un forum (flaming); spedire ripetutamente messaggi insultanti mirati a ferire qualcuno; utilizzare mail e messaggistica istantanea per sparlare di qualcuno per danneggiare gratuitamente e con cattiveria la sua reputazione; farsi passare per un’altra persona per spedire messaggi o pubblicare testi reprensibili; ottenere la fiducia di qualcuno con l’inganno per poi pubblicare o condividere con altri le informazioni confidate via mezzi elettronici; escludere deliberatamente una persona da un gruppo online per provocare in essa un sentimento di emarginazione; utilizzare molestie e denigrazioni ripetute e minacciose mirate a incutere paura (cyberstalking); diffondere pubblicamente via internet i dati personali e sensibili (doxing).
È palese che questo fenomeno può avere un impatto terribile sulla salute psico-fisica degli adolescenti, nei casi più gravi, può portare a stati d’ansia, depressione e tendenze suicide; senza considerare che alcuni adolescenti potrebbero intraprendere azioni violente per vendicarsi.
Una relazione sulla quale gli esperti si stanno focalizzando è la relazione tra il cyberbullismo e i giochi online, che sono diventati una delle attività ricreative più popolari tra i giovani.
Diversi studi hanno identificato un’associazione positiva tra l’aumento del tempo trascorso a giocare ai videogiochi e la vittimizzazione scolastica/cyberbullismo tra i giovani. Questi studi hanno ipotizzato che i videogiochi possano essere usati come una forma di regolazione delle emozioni e di fuga per alcuni giovani che sperimentano più frequentemente la vittimizzazione del bullismo. Inoltre, altre ricerche hanno scoperto un’associazione tra l’uso frequente di videogiochi e un aumento della perpetrazione del cyberbullismo (o dell’essere sia vittima che perpetratore di bullismo), all’interno e all’esterno degli ambienti di gioco online. Nello specifico, alcuni studi hanno dimostrato la relazione positiva tra il comportamento di videogioco problematico e la vittimizzazione del bullismo.
È possibile che la relazione tra vittimizzazione del bullismo e il comportamento problematico di videogioco sia mediata dalla presenza di difficoltà psicologiche, poiché è stato riscontrato che problemi di esternalizzazione e interiorizzazione mediano pienamente la relazione tra la vittimizzazione del bullismo e una serie di altri comportamenti di dipendenza, tra cui l’alcol, cannabis, uso di sigarette e gioco d’azzardo.